Significativo il messaggio di saluto del Presidente Patané all’inizio del suo mandato. Messaggio che per quanto breve e conciso è ricco di richiami e riferimenti programmatici.
Ecco il testo completo.
Carissimi,
come probabilmente saprete, nella riunione dello scorso 7 ottobre il Consiglio Nazionale del Movimento Apostolico Ciechi mi ha eletto Presidente Nazionale del MAC. Ringrazio i consiglieri nazionali per la fiducia mostrata nei miei confronti, e quanti mi hanno fatto gli auguri e assicurato le loro preghiere. Spero di essere all’altezza della responsabilità affidatami: ciò dipenderà sicuramente da me ma, altrettanto certamente, dalla collaborazione di ciascuno di voi. Nell’assumere la presidenza nazionale del MAC desidero salutare tutti i Dirigenti, gli Assistenti Ecclesiastici, gli aderenti e gli aggregati del nostro amato Movimento, auspicando un fecondo cammino comunitario di fede, di condivisione e di servizio.
Abbiamo da poco celebrato la XVII Assemblea Nazionale che ha avuto come tema “Vi ho chiamato amici: i Gruppi MAC per una Chiesa in uscita”. Il tema, sul quale rifletteremo anche durante l’anno associativo appena iniziato, richiama le caratteristiche proprie di ogni gruppo ecclesiale e, quindi, anche del MAC. L’amicizia e la fratellanza in Cristo sono i valori fondamentali che contraddistinguono ogni comunità autenticamente cristiana. Ciò vale anche per il MAC, e, infatti, l’art. 14 del nostro Statuto afferma che il Gruppo Diocesano è “comunità che si riunisce nell’ascolto della Parola ed è luogo ove si sperimentano relazioni di reciprocità e di fraterna comunione”.
L’amicizia e la fratellanza in Cristo caratterizzano la vita di ogni comunità ecclesiale sia al suo interno, sia all’esterno, nei rapporti con gli altri. Una comunità autenticamente cristiana, infatti, non può essere chiusa, ripiegata in se stessa ma, come chiede Papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato, è chiamata a essere Chiesa in uscita. Per noi del MAC essere Chiesa in uscita significa essere presenti sul territorio per incarnare nella storia la nostra specifica missione: formare e promuovere persone, famiglie e comunità in presenza della disabilità visiva e, in genere, di ogni altra disabilità.
“Il vostro agire sia come le piume d’oca”: è questa la bella immagine che, alcuni anni fa, nel corso della Messa celebrata a conclusione della Consulta Regionale MAC della Sicilia, ci ha proposto l’Arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, attuale Presidente della Caritas Italiana. La piuma d’oca, ci ha detto Don Franco (come egli preferisce essere chiamato), accarezza e solletica; allo stesso modo ciascuno di voi, di noi del MAC, davanti alle fragilità del prossimo, è chiamato a accarezzare, a lenire le ferite, ma anche a solleticare, ossia a promuovere, per tutti, il riconoscimento della dignità di persone, di cittadini, di figli di Dio. Ecco dunque che siamo chiamati ad accarezzare, a essere vicini alle situazioni di fragilità di persone, penso specialmente a chi ha perso la vista da poco, di famiglie, mi vengono in mente soprattutto quelle in cui vive un disabile grave, di comunità, il pensiero va in particolare ai Paesi più poveri del mondo. Ma siamo anche chiamati a solleticare, a stimolare persone, famiglie e comunità perché si affermi l’etica della responsabilità, la consapevolezza che si è soggetti non solo di diritti ma anche di doveri, la coscienza che all’intervento assistenziale va affiancato quello promozionale.
L’azione associativa del MAC ha come modello la fondatrice del Movimento, Maria Motta, donna e non vedente che, quasi 90 anni fa, in un periodo storico in cui le donne non avevano neanche il diritto di voto e tanti ciechi chiedevano l’elemosina per le strade, ha promosso quella bellissima realtà che oggi si chiama Movimento Apostolico Ciechi. Ciò è stato possibile per la sua fede, il suo coraggio, la sua determinazione: siano d’esempio per tutti noi e costituiscano un riferimento che orienta la nostra vita personale e comunitaria.
Rendiamoci docili all’azione dello Spirito Santo, proseguiamo con gioia nel nostro cammino associativo e, alla sequela del Dio della Speranza, continuiamo tutti a lavorare nella vigna del Signore per promuovere comunità accoglienti, inclusive, e persone con disabilità desiderose di parteciparvi attivamente.
Buon cammino insieme e un caloroso abbraccio a tutti.
Il Presidente Nazionale
Michelangelo Patané