Il Tema dell'anno associativo 2021/2022 è "Camminare insieme per costruire fraternità".
Il sussidio ha una struttura semplice e di facile approccio ai testi.
Il tema predominante è il cammino: camminare insieme per costruire fraternità. Una riflessione sulle dinamiche del cammino e su come oggi sia possibile anzi necessario vivere la fraternità.
Il percorso proposto nel sussidio formativo comprende cinque tappe:
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PRIMA TAPPA
SOGNARE insieme per camminare insieme“Non c’è età per sognare... Sognate, e sognate in grande! […] I sogni ci aiutano a mantenere viva la certezza di sapere che un altro mondo è possibile e che siamo chiamati a coinvolgerci in esso e a farne parte col nostro lavoro, col nostro impegno e la nostra azione”. “I sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, rinunciando alla fretta”. […] “Non permettiamo che ci rubino i sogni”. “[…] Non si può vivere la fede, i sogni senza comunità, […] c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Sognate insieme, non da soli; con gli altri, mai contro gli altri. Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; insieme si costruiscono i sogni. […] Mai dominare l’altro, fare comunità con l’altro. È molto importante”
(Papa Francesco ai giovani di Skopje – 7/5/2019)
Siamo invitati a sognare insieme, come singoli e come Chiesa. Con riferimento esplicito alla Chiesa, don Tonino Bello affermava: “una Chiesa che non sogna non è Chiesa: è solo apparato. Non può recare lieti annunci chi non viene dal futuro”. Pertanto non dobbiamo mai rinunciare ad immaginare profeticamente un mondo nuovo, a fare nostro il sogno di Dio e, - come ci ricorda Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, - a considerare l’importanza del sogno, di quei sogni diurni e grandiosi, che rendono la nostra vita creativa, capace di rinnovamento, aperta alla speranza.
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SECONDA TAPPA
RICOSTRUIRE insieme con le nostre fragilità"È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. I migranti mi pongono una particolare sfida perché sono Pastore di una Chiesa senza frontiere che si sente madre di tutti. Perciò esorto i Paesi ad una generosa apertura, che invece di temere la distruzione dell’identità locale sia capace di creare nuove sintesi culturali. Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. […] Piccoli ma forti nell’amore di Dio, come san Francesco d’Assisi, tutti i cristiani siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del mondo in cui viviamo.”
(Dalla Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco)È un’illusione pensare di navigare per altre rotte e con altre imbarcazioni, perché la pandemia ce lo ha dimostrato: siamo tutti nella stessa barca. La fraternità allora diventa un’urgenza, un traguardo, un obiettivo da perseguire tutti e se vogliamo costruire fraternità o ricostruirla dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere le nostre fragilità e i nostri errori, ciascuno al proprio livello. Ricostruire in mezzo allo sfascio generale, ascoltare accogliere, incoraggiare, sostenere, aiutare chi soffre, per cambiare il mondo, dovrebbe essere un impegno di tutti.
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TERZA TAPPA
GENERARE un mondo aperto che promuove fraternità"La Parola di Dio insegna che nel fratello si trova il permanente prolungamento dell’Incarnazione per ognuno di noi: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Quanto facciamo per gli altri ha una dimensione trascendente: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi» (Mt 7,2); e risponde alla misericordia divina verso di noi: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato […] Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,36-38). […] Come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove."
(Dalla Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco)
Per amare Dio devo amare sinceramente tutti i fratelli e le sorelle che incontro nel mio cammino, senza distinzione generando fraternità “oltre ogni limite”. Infatti non posso ridurre la mia vita alla relazione con un piccolo gruppo e nemmeno alla mia famiglia. Quando si parla di fraternità non si deve pensare ad una sorta di omogenizzazione delle diversità, anzi la diversità diventa occasione di arricchimento reciproco e ci aiuta in questo processo di “generazione” di un mondo aperto. I confini da abbattere non sono solo territoriali-spaziali. Molto spesso quelli più marcati sono proprio quelli esistenziali. Ci sono tanti fratelli e sorelle mendicanti di amore, persone sole e abbandonate, persone sofferenti e “forestieri esistenziali” o “esiliati occulti”, che vengono spesso discriminati ed emarginati dalla società.
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QUARTA TAPPA
AMARE, la sfida di farsi prossimo per essere fratelli e sorelle di tuttiLa cura mediante la solidarietà.
La solidarietà esprime concretamente l’amore per l’altro, non come un sentimento vago, ma come «determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti».[...] La solidarietà ci aiuta a vedere l’altro – sia come persona sia, in senso lato, come popolo o nazione – non come un dato statistico, o un mezzo da sfruttare e poi scartare quando non più utile, ma come nostro prossimo, compagno di strada, chiamato a partecipare, alla pari di noi, al banchetto della vita a cui tutti sono ugualmente invitati da Dio
(Dal Messaggio di Papa Francesco per la 54a Giornata Mondiale della Pace 2021)
La sfida che ci attende in questo nostro tempo è proprio questa: la testimonianza di una vita fraterna possibile nell’impegno di farci prossimo e di includere tutti nel nostro cammino, in modo da coinvolgere tanti nel compimento del bene. Le notizie di cronaca che riempiono i nostri media ci danno un’idea di quanto il mondo abbia veramente bisogno di “samaritani” e sono tanti a vivere “sulla propria pelle” questa icona biblica.
La fraternità è il sogno di un amore che va al di là delle barriere e delle frontiere. Senza la fraternità, la libertà e l’uguaglianza faticano a rivelarsi nel loro splendore.
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QUINTA TAPPA
SERVIRE, dalla fraternità universale una migliore politicaLa cura del bene comune
"Ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune, ossia dell’«insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente».[...] Pertanto, i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future."
(Dal Messaggio di Papa Francesco per la 54a Giornata Mondiale della Pace 2021)
Il tema della “migliore politica” è al centro del quinto capitolo di Fratelli tutti: «Per rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale – scrive Papa Francesco – capace di realizzare la fraternità a partire da popoli e nazioni che vivano l’amicizia sociale, è necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune. Purtroppo, invece, la politica spesso assume forme che ostacolano il cammino verso un mondo diverso»
È un compito del cristiano accogliere fraternamente chi soffre di più e prendersene cura, ma è una prerogativa umana imprescindibile che coinvolge tutta la polis e interessa quindi la politica.