Le tappe del tema
LA PASSIONE ‘MISSIONARIA’ PER L’ANNUNCIO DEL VANGELO.
“Se la Chiesa non ha nel cuore il fuoco della missione è morta.”
Se la Chiesa non ha nel cuore il fuoco della missione è morta perché essa esiste per annunciare il Vangelo e attirare tutti a diventare discepoli di Gesù; altrimenti non ha senso di esserci perché non ha nessuna novità, nessuna sorpresa da offrire agli uomini. Quando nella Chiesa e in una associazione come la nostra si intiepidisce la passione missionaria, essa cade nella pericolosa tentazione di ridursi a ricopiare quello che altre organizzazioni già fanno e, magari, anche meglio: costruire strutture, organizzare feste nuove o tradizionali, impegnarsi in opere sociali ed iniziative culturali, avere voce in capitolo nei temi di attualità ecc.
La passione per l’annuncio del Vangelo porta ancor oggi alcuni fedeli al martirio vero, che è di fatto un’imitazione della Passione di Cristo, ma anche nel mondo occidentale in cui viviamo noi cattolici d’Europa, avremmo molte occasioni per mettere in pratica la passione per l’annuncio, eppure spesso ci troviamo carenti e viviamo la nostra fede con tiepidezza. Del resto anche i Santi non sono stati persone senza peccato, ma piuttosto persone che hanno accettato il Vangelo come progetto di vita e per questo hanno saputo “rialzarsi” dopo aver tradito, negato, perseguitato, insultato il Maestro e i suoi discepoli.
La passione per il Vangelo va alimentata con la preghiera e con la fraternità, ma è soprattutto un dono di Dio da invocare se non c’è o da custodire quando c’è e il modo più efficace per maturare quella spinta missionaria che ci ha portati fino a qui è amare e lasciarsi avvolgere dall’Amore di Dio per l’umanità.
"Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore"
“Paolo VI, nell’esortazione Gaudete in Domino, scriveva: “Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore” ecco perché è necessario da parte dei credenti in Cristo impegnarsi nella testimonianza della gioia cercando di raggiungere tutti.
“Tutti, davvero tutti”, possono accogliere la Gioia del Signore e a tutti va comunicata, testimoniata. La gioia poi, contagia quando viene colta nella sua genuinità, è coinvolgente perché è visibile sui volti e nei cuori dei testimoni.
In tempi molto lontani, quando moriva una persona, tra i famigliari dei defunti da accompagnare al cimitero venivano commissionati i cosiddetti “piagnoni”, cioè coloro che avevano il compito di creare un clima di tristezza per suscitare lacrime in tutti i presenti. Si trattava di qualcosa di costruito, predeterminato, per così dire, un pianto da condizionamento ambientale, causato da “quella faccia da funerale” di cui ci parla Papa Francesco in Evangelli Gaudium. Oggi, al contrario, sono in tanti a offrire sorrisi, ma anche in questo caso molto spesso sono costruiti per trasmettere gioie effimere, false e interessate solo all’ottenimento di vantaggi, spesso di carattere economico-consumistico.
La gioia di cui parliamo qui, invece, viene dal cuore di Cristo, pertanto si tratta di una gioia vera e duratura che, paradossalmente permane anche in mezzo a situazioni per le quali bisognerebbe rattristarsi. Dove c’è la Gioia del Vangelo c’è luce e anche chi non vede o è toccato dalle sofferenze o contraddizioni della vita può sentirsi amato e toccato dal calore, dall’abbraccio che viene da una Sorgente luminosa che mai ci abbandona. E gioia sia per tutti!
“Non è facile oggi essere testimoni della speranza.”
Non è facile oggi essere testimoni della speranza, in una società fortemente materialista, “sazia e sempre disperata”, costruita sull’effimero e su una cultura del pessimismo.
Ma, proprio per questo dobbiamo essere disposti a non rinunciare, custodendo fedelmente la speranza, temprandoci in essa attraverso un costante riferimento alla Parola di Dio. Solo così potremo divenire portatori di speranza in un mondo che, pur avendone fame, si trova nell’impossibilità di riceverla con le proprie mani, perché il criterio per averla non può essere quello consumistico dell’acquisto e del possesso.
La Speranza è un dono dall’Alto che può essere, a sua volta donato ma va custodito e alimentato proprio nell’impegno della testimonianza continua. Saremo uomini e donne capaci di essere accanto allo stanco e allo sfiduciato, non certo con le sterili lamentele o la condanna del mondo che non gira secondo i nostri desideri, ma portandoci agli altri sempre con animo lieto e pieno di fiducia, pronti sempre a soccorrere e sostenere dando ragione della nostra speranza.
Tutta la comunità cristiana – e ogni singolo cristiano – deve essere segno e testimone del Signore, luce che riflette la vera luce del Sole senza eclissarlo, nella consapevolezza che tutto e tutti dobbiamo indicare la Fonte di ogni speranza che è l’Agnello, così come ci ha insegnato il Battista (cfr. Gv 1,36).
“Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati.”
I Vangeli, riferendosi agli Apostoli, li denominano come “testimoni” (in greco “martyres”).
Dopo che le donne, per prime, fanno l’esperienza del sepolcro vuoto e ne danno notizia agli apostoli, nel cenacolo si accende una speranza nuova, ma solo dopo aver ricevuto il dono dello Spirito Santo, Pietro e gli altri prendono coraggio e diventano testimoni della morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Morte e Risurrezione che sono invito alla conversione e dono di riconciliazione: «il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati» (Lc 24,47).
In questa tappa parliamo di testimonianza cristiana ma dobbiamo tenere presente che per diventare testimoni di Gesù occorre credere che Lui è realmente risorto. Occorre credere sulla base della testimonianza di chi ci ha preceduto, per poter risalire - attraverso la successione apostolica - fino alla testimonianza di Pietro e dei Dodici e occorre credere che l’uomo della croce e il Risorto sono la stessa persona. La testimonianza dei credenti in Cristo non sarà efficace se non vi è l’impegno a vivere secondo la Parola di Dio perché non c’è testimonianza senza l’impegno della vita: “Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità” (1Gv 2,4)
"Corresponsabili nel MAC, nella chiesa e nella società" è il Tema dell'anno associativo 2022/2023. Il sussidio ha una struttura semplice e di facile approccio ai testi.
Il tema fondante è la corresponsabilità nella Chiesa, nel MAC e nella società. Vogliamo riflettere sulle dinamiche della comunione, sull’impegno che ogni credente e ogni persona in generale dovrebbero mettere per avviare processi di rigenerazione dell’umanità, introiezione dei valori cristiani nel mondo e consapevolezza di essere chiamati a partecipare in prima persona.
Leggi anche la PRESENTAZIONE DEL PERCORSO
Il percorso proposto in questo sussidio comprende quattro TAPPE:
-
PRIMA TAPPA
CONSAPEVOLI di essere parti di un tutto“Particelle nel cosmo, frammenti d’infinito, insignificanti granelli di polvere vivente sparsi nell’universo”
Il nostro comportamento è fortemente sproporzionato rispetto all’immensa misericordia di cui siamo oggetto.
Cristo, ucciso brutalmente per le colpe degli uomini, è risorto e, in controrisposta, non riusciamo ancora a preservare fino in fondo il nostro mondo, l’unica Terra che abbiamo, la nostra Terra che anche Lui, assieme a Sua Madre, sta cercando di salvare dalla nostra avidità e scarsa lungimiranza, perché ce ne sia anche per i nostri figli e per i figli dei loro figli. Dimentichi che solo noi uomini amati dal Signore possiamo cambiare la situazione per lasciare alle prossime generazioni un habitat vivibile.
D’altronde l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme e se non ci impegniamo in prima persona, ognuno per la propria parte, difficilmente potremo cambiare la realtà. Non potremo affrontare i problemi legati allo sviluppo e all’ambiente se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale, con la consapevolezza che i primi a pagarne le spese sono sempre i più deboli del pianeta: “Tanto l’esperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti più gravi di tutte le aggressioni ambientai li subisce la gente più povera” .
Se lasceremo morire la Terra, potremo sperare che il Creatore voglia farla risorgere come fece duemila anni fa con quel suo Figlio Unigenito? E per chi, se saremo riusciti a suicidarci tutti assieme distruggendo completamente il nostro unico habitat?
-
SECONDA TAPPA
RESPONSABILI del bene di tutti"Quante volte sentiamo parlare o parliamo noi stessi di responsabilità! Ma abbiamo mai riflettuto davvero sul suo significato?.”
Possiamo dividere il termine in due parti: respons e abilità, quindi facoltà di rispondere a sé stessi e agli altri. Siamo tutti chiamati a rispondere, anche se nessuno ci costringe; abbiamo la capacità per farlo ma Dio ci lascia la possibilità di scegliere perché dotati di “libero arbitrio”, quindi siamo noi a decidere se perseguire la via del bene o quella del male. Una scelta quotidiana su ogni nostra piccola azione, che ha conseguenze positive o negative su tutto ciò che ci circonda.
Tutto è concatenato e per questo i comportamenti individuali, incidono sull’ambiente che ci circonda, e a volte in modo drammatico per cui tutti avremmo la responsabilità di tutelare ciò che Dio ci ha donato. Se la Terra soffre, soffre con essa la maggior parte degli uomini perché vengono meno le risorse necessarie a soddisfare i loro bisogni principali. Dunque non è solo una questione di senso di responsabilità, ma soprattutto una questione di amore.
-
TERZA TAPPA
PARTECIPI e SOLIDALI per la libertà di tutti"Libertà o licenza, l’eterno dilemma. Quando la libertà è sufficientemente giusta nei confronti del prossimo, dell’ambiente, delle istituzioni e di Dio stesso, da potersi considerare proprio “libertà”, senza sconfinare, nemmeno di poco, nella licenza di fare, di dire, di esprimere a danno altrui?"
È mio amico chi è disposto a dare la sua vita per la mia libertà. Ma io sono abbastanza amico del mio prossimo, del mondo e della libertà stessa, tanto da essere disposto a dare la vita per la loro libertà? Sarei disposto a testimoniare a rischio della mia stessa vita il diritto altrui, il tuo, il suo, il nostro, il vostro o addirittura “il loro diritto” ad essere liberi, riconoscendo dunque anche la libertà di chi non conosco, di chi non ho mai visto né incrociato sulle strade della vita? Ma soprattutto ne sarei capace?
Quel nostro Fratello divino di cui narrano i Vangeli lo ha fatto: ha dato la vita per noi e, con la sua sofferenza estrema, ci ha indicato la strada della solidarietà portata fino alle estreme conseguenze dicendocelo, spiegandocelo, dimostrandocelo, e da questa strada di dolore e sofferenza è Risorto più forte e più potente, ma rimanendo sempre assolutamente rispettoso della nostra libertà, ci ha invitati e ci invita a fare come lui nella quotidianità, a donarci corpo e anima al bene dei fratelli. Non ci obbliga, ci invita e ci insegna.
-
QUARTA TAPPA
CORRESPONSABILI, nella ComunioneCerte volte capita di ascoltare affermazioni del tipo: “Ho ereditato la casa dei genitori, ma è a proprietà indivisa: in tre fratelli; mi spieghi come facciamo a goderne? Se almeno l’avessero lasciata a uno solo di noi, sapremmo con chi arrabbiarci. E invece no, a tutti assieme e per giunta in buone condizioni, tanto che forse neanche un bel terremoto ci metterebbe d’accordo!”
Corresponsabili nel demolirla? Corresponsabili nel tenerla in piedi? Venderla? Affittarla? Metterla a disposizione? Probabilmente con quelle premesse nemmeno il suo crollo creerebbe concordia, perché riusciremmo anche a sospettare sulle spese e sui ricavi. Certo, perché la “comunione dei beni” non è “Comunione”: la Comunione è una comproprietà per amore.
Comunione, sul piano etimologico, ha la stessa radice di comunità.
Ognuno di noi è parte viva della comunità civile ed è tralcio di quell’unica vite che è la comunità ecclesiale. Ognuno di noi è corresponsabile, quindi responsabile assieme a tutti gli altri, nel portare la linfa vitale in ogni foglia, in ogni viticcio, in ogni grappolo, in ogni acino, in ogni seme, in ogni cellula di quella pianta che non deve morire ma conservarsi sana e vitale, fruttifera e feconda fino alla fine dei secoli.
Il Tema dell'anno associativo 2021/2022 è "Camminare insieme per costruire fraternità".
Il sussidio ha una struttura semplice e di facile approccio ai testi.
Il tema predominante è il cammino: camminare insieme per costruire fraternità. Una riflessione sulle dinamiche del cammino e su come oggi sia possibile anzi necessario vivere la fraternità.
Il Tema dell'anno associativo 2020/2021 è "Camminare insieme oltre ogni limite".
Il sussidio ha una struttura semplice e di facile approccio ai testi.
Il tema predominante è il cammino: camminare insieme oltre ogni limite. Una riflessione sulle dinamiche del cammino e sulle modalità di socializzazione anche avendo in filigrana i sistemi di socializzazione legati ai meccanismi digitali di internet.
Il Tema dell'anno associativo 2019/2020 è "Accolti per Accogliere".
Anche quest’anno il MAC presenta un sussidio semplice ma ben articolato e soprattutto caratterizzato, in senso associativo.
Il tema predominante è l’accoglienza.
L’amicizia sincera tra credenti, tra persone solidali nel proprio stato di vita, è luce vera per i cuori. La gioia di accogliere le persone con disabilità nella comunità, l’accettazione di sé e degli altri con i loro limiti, lo slancio di amore misericordioso verso tutti, l’accoglienza delle diversità, sullo stile accogliente di Maria, la Madre del Signore, oggi ancor più che nel passato, ci rendono segno di una Chiesa impegnata a non lasciare nessuno sulla strada, un “ospedale da campo” (Papa Francesco) che è sempre vicino a chi soffre, una casa accogliente per tutti, una “Chiesa in uscita” pronta ad offrire un segno tangibile dell’amore misericordioso del Padre.
Cinque brani del Vangelo sono alla base delle cinque tappe del percorso formativo proposto con il Tema dell'anno dell'Associazione, sinteticamente rappresentate da cinque parole
-
Misericordia
La vera gioia. Testimoni della misericordia di DioIl primo passo è lasciarsi stupire da Gesù, dalla sua parola, dal suo annuncio che in Lui stesso si realizza: Buona Notizia di guarigione e liberazione per chi si riconosce malato e schiavo.
La gioia sboccia nel cuore di chi sa ancora provare meraviglia ascoltando il Vangelo di Gesù.
-
Rigenerazione
La gioia del cuore nuovo. Conversione e rigenerazione per essere discepoliMa non basta rimanere stupiti, provare ammirazione per Gesù. Gesù non cerca “ammiratori”, ma discepoli, cioè persone che lo ascoltano e lo seguono impegnandosi a mettere in pratica la sua parola. Se non cambiamo vita, la gioia rimane un sentimento passeggero, superficiale.
Il Tema associativo 2018/2019 è "La Famiglia eredità per il futuro del MAC e della Chiesa".
Pagina 1 di 2