Si concludono oggi i lavori del convegno "Noi, non loro. Il progetto di vita" promosso dal Servizio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per la pastorale delle persone con disabilità.
Il MAC, con il Presidente nazionale Michelangelo Patanè e l'assistente spirituale nazionale Don Alfonso Giorgio presenti alle sedute, ha vissuto con partecipazione attiva al tema della spiritualità come strumento di miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità.
"Ho partecipato alle attività", ci dice il nostro caro Don Alfonso, "con grande interesse. Soprattutto pensando ai nostri gruppi diocesani, alle nostre comunità ecclesiali, alle persone con disabilità e a quanti con generosità operano nel territorio. E qui siamo veramente in tantissimi! Questi eventi sono la prova che la Chiesa non è indifferente alle istanze delle persone con disabiità. Anzi, in un certo senso, le pone al centro della sua azione pastorale. La CEI, grazie all'instancabile lavoro dell'Ufficio per la Pastorale della disabilità diretto dalla nostra cara suor Veronica, ci ha aiutato a riflettere e a contribuire con le nostre esperienze attraverso il collaudato strumento dei tavoli sinodali. Personalmente, ho partecipato ad alcuni gruppi di approfondimento ove è sottolineata l'attenzione agli aspetti psicologici e al tema specifico dell'inclusione liturgica, che non è mai scontata".
L'intervento del Cardinale Matteo Maria Zuppi ha puntato sulla fraternità: "È costitutiva dell'essere cristiano la fratellanza. Essa ci distingue e delinea un percorso che non può non essere intrapreso. Il traguardo non deve sembrare lontano, essere tutti uguali; noi è la parola chiave, altrimenti si rischia di cadere nel paternalismo o, peggio, nel rifiuto di fronte a qualsiasi disabilità".
La ministra per la disabilità, Alessandra Locatelli, riferendosi alla Legge 68 del 1999 che promuove l'inserimento delle disabilità nelle aziende ha dichiarato: "La legge 68 non è stata in grado di rispondere appieno alle esigenze delle persone disabili e le relative competenze con le aziende senza superare i limiti delle borse lavoro. C'è molto lavoro da fare".
La presenza di atleti paraolimpici ha dato opportunità di scoprire come lo sport attua processi di inclusione, fratellanza e benessere che sono un prezioso interscambio tra persone disabili e abili.
Il convegno si è concluso con il lavoro in 18 “cantieri sinodali” dove nell'ottica della pastorale parrocchiale e territoriale, sono emersi "i luoghi di vita e l’abitare”, con particolare attenzione ai percorsi per le sorelle e i fratelli di persone con disabilità, alla vecchiaia, all’accompagnamento alla morte e alla liturgia inclusiva.